L'impronta di carbonio è un indicatore chiave per misurare l'impatto sul cambiamento climatico

Impronta di carbonio: cos’è, come si calcola e come ridurla

30 set 2025

L’impronta di carbonio è diventata un indicatore chiave per misurare il nostro impatto sul cambiamento climatico e valutare gli effetti delle attività aziendali. Dall’energia che consumiamo fino ai prodotti che fabbrichiamo o acquistiamo, molte delle nostre azioni generano emissioni di gas serra che lasciano un segno sul pianeta.

In questo articolo spiegheremo cos’è l’impronta di carbonio e perché minimizzarla non rappresenta solo una responsabilità ambientale, ma anche un’opportunità per integrare pratiche più sostenibili ed efficienti, sia a livello individuale che aziendale.

Cos’è l’impronta di carbonio in un’azienda

In ambito impresariale, l’impronta di carbonio aziendale permette di misurare l’impatto ambientale delle operazioni di un’impresa, includendo aspetti come il consumo energetico, i trasporti, la gestione dei rifiuti e i processi produttivi.

En el ámbito empresarial, la huella de carbono corporativa permite medir el impacto ambiental de las operaciones de una compañía, abarcando aspectos como el consumo energético, el transporte, la gestión de residuos y los procesos productivos.

Che cos’è il CO₂ equivalente?

 

Il CO₂ equivalente (CO₂e) è un’unità di misura che esprime l’impatto climatico dei differenti gas serra in termini di quantità di anidride carbonica che produrrebbe lo stesso effetto del  riscaldamento globale in un determinato periodo di tempo, generalmente 100 anni. Si calcola moltiplicando la massa di ciascun gas per il suo potenziale di riscaldamento globale (GWP).

Importanza dell’impronta di carbonio per le aziende

Misurando la loro impronta di carbonio, le organizzazioni possono individuare opportunità di miglioramento nelle loro operazioni, ottimizzare l’uso delle risorse e identificare possibili risparmi energetici. Inoltre, la trasparenza nella comunicazione delle emissioni rafforza l’immagine della società e risponde alle crescenti richieste di clienti, investitori e organismi internazionali come il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) o il Gruppo Intergovernativo di Esperti sul Cambiamento Climatico (IPCC), in linea con gli impegni previsti dall’Accordo di Parigi per limitare il riscaldamento globale.

Disporre di una strategia climatica allineata agli standard internazionali, come la norma ISO 14067 sull’impronta di carbonio, facilita anche l’accesso a mercati sempre più regolamentati e sostenibili.

Esempi di impronta di carbonio

L’impronta di carbonio è presente in molte attività quotidiane e processi aziendali. Ecco alcuni esempi che aiutano a comprenderne la portata:

  • Produzione di beni: fabbricare una maglietta di cotone può generare tra 2 e 5 kg di CO₂ equivalente, a seconda dei fertilizzanti impiegati, del consumo d’acqua e dell’energia utilizzata durante la  sua realizzazione e il trasporto.
  • Trasporto: un breve volo europeo di andata e ritorno può emettere tra 100 e 250 kg di CO₂ per passeggero. 
  • Consumo energetico: un ufficio con riscaldamento elettrico e aria condizionata può produrre diverse migliaia di chili di CO₂ all’anno, in base al livello d’uso e alla provenienza dell’energia elettrica (rinnovabile o fossile).
  • Logistica e distribuzione: il trasporto di merci su strada, via mare o via aerea genera differenti livelli di emissioni. Ad esempio, spedire un container marittimo standard da 20 piedi via nave dall’Asia all’Europa può produrre oltre 1.000 kg di CO₂; una cifra che il trasporto aereo supera di gran lunga.
  • Alimentazione: l’impronta di carbonio di un chilo di carne bovina può oltrepassare i 25 kg di CO₂ equivalente, a causa del metano emesso dagli animali, dell’impiego di mangimi e del consumo di acqua ed energia nella sua produzione.

Questi esempi mostrano l’importanza di calcolare e diminuire l’impronta di carbonio in tutte le fasi della catena del valore, dalla produzione al consumo finale.

Distribuzione delle emissioni per settore
Distribuzione delle emissioni per settore

Come calcolare l’impronta di carbonio in un’azienda

Calcolare l’impronta di carbonio di un’azienda significa quantificare le emissioni di gas a effetto serra generate dalle sue attività. Le emissioni vengono poi analizzate utilizzando fattori di conversione standard e raggruppate secondo le categorie definite dal Greenhouse Gas Protocol (GHG Protocol):

  • Categoria 1: emissioni dirette provenienti da fonti proprie dell’impresa , come caldaie, veicoli o macchinari.
  • Categoria 2: emissioni indirette associate al consumo di elettricità acquistata da terzi.
  • Categoria 3: altre emissioni indirette lungo la catena del valore, come il trasporto delle merci o l’uso dei prodotti e servizi venduti.

Passi per calcolare l’impronta di carbonio:

  1. Definire i limiti organizzativi e operativi: determinare quali installazioni, processi ed emissioni includere nell’analisi.
  2. Raccogliere i dati: ricavare informazioni su consumi energetici, carburanti, spostamenti, rifiuti, ecc.
  3. Applicare i fattori di emissione: convertire i dati in emissioni di CO₂ equivalente sfruttando fattori riconosciuti (ad esempio, quelli dell’IPCC).
  4. Calcolare le emissioni: moltiplicare i dati raccolti per i corrispondenti fattori di emissione.
  5. Analizzare i risultati e individuare opportunità di miglioramento: valutare le aree che generano più emissioni e definire strategie di riduzione.

Avvalersi di strumenti digitali o del supporto di consulenti specializzati può facilitare il processo, garantire la precisione dei calcoli e preparare l’azienda a comunicare le sue emissioni in modo trasparente.

Come diminuire l’impronta di carbonio in un’azienda

Abbassare l’impronta di carbonio significa adottare misure per limitare le emissioni di gas serra.

  • Misurazione e pianificazione: realizzare un inventario delle emissioni GHG e stabilire obiettivi di riduzione chiari e misurabili.
  • Efficienza energetica: ottimizzare il consumo di energia grazie a tecnologie efficienti e comportamenti responsabili.
  • Fonti rinnovabili: integrare fonti pulite come il solare o l’eolico e acquisire certificati verdi.
  • Mobilità sostenibile: incentivare l’uso del trasporto pubblico, la condivisione dei veicoli o la promozione di quelli elettrici, oltre allo smart working.
  • Gestione dei rifiuti: applicare la regola delle 3R (Ridurre, Riutilizzare, Riciclare) limitare la carta e scegliere materiali sostenibili.
  • Cultura ambientale: formare i lavoratori e promuovere comportamenti sostenibili all’interno dell’organizzazione.
  • Azioni complementari: ottimizzare la supply chain, prolungare la vita utile degli impianti e adattare gli spazi per renderli più ecologici.

Queste azioni non solo minimizzano l’impatto ambientale, ma rafforzano anche l’immagine aziendale e si traducono in risparmi. Nel settore della logistica, ad esempio, ciò si traduce in:

  • Ottimizzazione dei percorsi e diminuzione del consumo di carburante.
  • Implementazione di energie rinnovabili nei magazzini e nei centri logistici.
  • Sostituzione dei sistemi di illuminazione con tecnologie LED.
  • Automazione dei processi per migliorare l’efficienza operativa.
  • Impiego di imballaggi riciclabili o riutilizzabili.

Le soluzioni di stoccaggio e gestione di Mecalux aiutano le aziende ad abbassare l’impronta di carbonio mediante l’automazione e l’ottimizzazione dei processi. Tecnologie come i trasloelevatori, i trasportatori e il software WMS consentono di limitare gli spostamenti interni e massimizzare l’efficienza energetica.

Un esempio concreto è quello di ALPLA, nello stabilimento di Golborne (Regno Unito), dove l’automazione con trasportatori per pallet ed elevatori per pallet di Mecalux ha eliminato il trasporto manuale tra il magazzino e le linee di produzione: “Con la soluzione logistica installata, composta da trasportatori ed elevatori automatici per pallet, abbiamo ridotto drasticamente i nostri costi di movimentazione e le emissioni di CO₂, svolgendo un’attività più sostenibile e rispettosa dell’ambiente”, spiega Liam Grimwood, direttore di ingegneria di ALPLA nel Regno Unito.

Un altro esempio è quello del Gruppo Porcelanosa, leader internazionale nel settore ceramico, nel suo magazzino di Venis a Villarreal (Spagna), dove i trasloelevatori per pallet (tipo bicolonna) riescono a recuperare fino al 15% dell’energia consumata.

Con l’obiettivo di ridurre la sua impronta di carbonio ALPLA ha eliminato il trasporto manuale
Con l’obiettivo di ridurre la sua impronta di carbonio ALPLA ha eliminato il trasporto manuale

L’impronta di carbonio: una sfida che favorisce il cambiamento

Diminuire l’impronta di carbonio non è solo una questione ambientale, ma anche un’opportunità strategica per le società . Integrare pratiche sostenibili permette di ottimizzare le risorse, abbassare i costi operativi e rafforzare l’impegno verso clienti, lavoratori e società. Ogni azione conta: dalla misurazione delle emissioni fino alla trasformazione della cultura aziendale. Le imprese che oggi scelgono di assumersi questa responsabilità non solo contribuiscono a rallentare il cambiamento climatico, ma si preparano anche a un futuro più efficiente, competitivo e resiliente.

L’impronta di carbonio riassunta in 5 domande

Cos’è l’impronta di carbonio?

L’impronta di carbonio è il totale dei gas serra emessi direttamente o indirettamente da un’attività, un prodotto, un servizio o una persona, espresso in tonnellate di CO₂ equivalente.

Qual è la differenza tra impronta di carbonio personale e aziendale?

L’impronta di carbonio personale misura le emissioni generate dalle azioni quotidiane di un individuo (come il trasporto o il consumo di energia domestica). L’impronta di carbonio aziendale comprende tutti i processi di un’organizzazione, dalla produzione fino alla logistica e all’uso delle risorse.

Perché è importante misurare l’impronta di carbonio?

Misurare l’impronta di carbonio è fondamentale per identificare le fonti di emissione, adottare misure di miglioramento e rispondere alle aspettative di sostenibilità di clienti, investitori e organismi internazionali.

Come si calcola l’impronta di carbonio?

Per misurare l’impronta di carbonio si identificano le fonti di emissione, si classificano secondo le categorie (1, 2 e 3) definite dal Protocollo GHG, e si applicano fattori di conversione per stimare le tonnellate di CO₂ equivalente.

Come si riduce l’impronta di carbonio?

Le aziende possono abbassare la propria impronta di carbonio attraverso azioni come: ottimizzazione dell’efficienza energetica, utilizzo di energie rinnovabili, diminuzione dei rifiuti, scelta di fornitori sostenibili, miglioramento nella gestione dei processi e implementazione di tecnologie innovative.