ANALISI APPROFONDITA
La necessità di identificare oggetti, la loro quantità, la provenienza, i proprietari o il contenuto di diversi contenitori è antica quasi quanto la civiltà stessa. Sebbene esistessero dei precursori, come i sigilli di argilla, le prime etichette con funzioni simili a quelle che conosciamo oggi sono nate nell'antico Egitto. Dalla rivoluzione industriale, numerosi progressi tecnici hanno reso possibile l'uso di materiali più moderni e, negli ultimi anni, questa invenzione, indispensabile per l'ordine, è diventata anche un grande alleato tecnologico.
Molto prima della carta, degli adesivi, delle stampanti o dei pacchetti di e-commerce, le etichette più antiche risalgono al periodo tra il 3400 e il 3200 a.C. Sono state scoperte nel 1988, in quella che si ritiene essere la tomba del Re Horus Scorpione I, a Umm el Qa'ab (Egitto). Un libro di Günter Dreyer, ex direttore dell'Istituto Archeologico Tedesco del Cairo, descrive i ritrovamenti effettuati nelle diverse stanze del complesso. In esse sono state rinvenute piccole etichette di inventario realizzate in avorio, osso e pietra.
Su alcune di queste etichette comparivano segni numerici, mentre su altre erano raffigurati uomini che cacciavano o combattevano, animali, piante, oggetti o alberi. Questi possono essere considerati i precursori di versioni più grandi che, in seguito, sarebbero state intagliate in ebano e altri legni. Presentavano iscrizioni solo su un lato e venivano applicate su sacchetti, scatole o contenitori con prodotti come lino o oli, per identificarne la provenienza, la quantità e il volume.
Etichetta di mummia dell'anno 100-199, proveniente dal Dipartimento di Antichità egizie del Museo del Louvre
Foto: TimeTravelRome, su licenza CC BY 2.0
In serie, ma inumidite
Durante il Medioevo, le corporazioni utilizzavano simboli o marchi sui prodotti che fabbricavano per indicarne la provenienza e, in alcuni casi, allegavano note o pergamene con ulteriori informazioni sull'articolo. Nel XIX secolo, la Rivoluzione Industriale portò con sé il progresso manifatturiero e, con esso, tassi di alfabetizzazione più elevati. Le cartiere e le litografie resero possibile la produzione di etichette in grandi tirature e, nel decennio 1880-1889, la carta stampata iniziò ad essere gommata, prima foglio per foglio e poi in grandi rotoli o fogli di carta, per essere successivamente incollata su bottiglie o lattine. L'etichettatura veniva effettuata con adesivi a base di gomme che richiedevano l'applicazione preventiva di acqua sulla superficie, come la gomma arabica, la colla di origine animale o le destrine. Fu così che decollò la produzione di massa di articoli etichettati.
Le prime etichette autoadesive
Bisognerà attendere fino al 1935 perché l'imprenditore Ray Stanton Avery inventi gli oggi onnipresenti adesivi o etichette autoadesive. Riuscì a creare i primi modelli commercialmente validi e, a partire dal 1940, iniziò a produrli e commercializzarli in tutto il mondo con il nome Kum Kleen Price Stickers.
Fu allora che iniziò l'epoca d'oro delle etichette, un boom che è aumentato dopo la Seconda Guerra Mondiale con l'espansione dei supermercati e dei grandi magazzini. Con il tempo, sono state perfezionate per aderire a una maggiore varietà di superfici e sono stati migliorati i sistemi di applicazione nelle linee industriali. Il suo utilizzo è stato generalizzato in settori come l’alimentazione, le bevande o i prodotti farmaceutici.

Ray Stanton Avery ha inventato le etichette autoadesive nel 1935
Foto: Joseph Corl, Unsplash
L’informatica e la rivoluzione delle etichette intelligenti
Con la diffusione delle etichette, l’arrivo delle prime apparecchiature informatiche personali e dei sistemi di gestione dell’inventario, negli anni settanta e ottanta, ha trasformato le etichette da semplici identificatori ad autentici strumenti di gestione. Il codice a barre EAN ha preso piede, diffondendo la scansione rapida dei prodotti e l’automazione della supply chain. Allo stesso tempo, nuovi materiali sintetici, come il polipropilene o il poliestere, forniscono alle etichette una maggiore durata e resistenza dinanzi a elementi come l’acqua.
Le “etichette intelligenti” promuovono l’efficienza dei magazzini e di altre installazioni in modi impensabili da appena alcuni decenni
Presenti in tutti i tipi di pezzi, materie prime e prodotti di consumo come elementi identificatori, le etichette si sono fatte strada fino ai nostri giorni, diventando inoltre un pilastro fondamentale della logistica moderna. Le “etichette intelligenti” promuovono l’efficienza di magazzini e altre installazioni in modi impensabili da appena alcuni decenni e hanno trasformato la supply chain grazie, in parte, ai successivi sviluppi tecnologici.
- Codice a barre Si classificano in due grandi categorie —unidimensionali e bidimensionali— in base alle dimensioni e alla quantità di informazioni che stoccano. Le prime sono una soluzione semplice ma, se la superficie si deteriora, smettono di essere leggibili.
- Etichette RFID. Utilizzano tecnologie di identificazione a radiofrequenza (RFID), il che permette di captare rapidamente le informazioni dei prodotti tramite un recettore di segnale e garantire la tracciabilità.
- NFC. Le etichette NFC sfruttano la comunicazione wireless a corto raggio per scambiare dati tra i dispositivi ubicati a pochi centimetri di distanzi, generalmente circa 10 cm.
- Etichette elettroniche o E-ink. Sono sempre più comuni in luoghi come negozi, supermercati o magazzini, dove si collocano sulle scaffalature.
- Sensori. Incorporando sensori di temperatura, umidità o movimento in prodotti sensibili, le etichette consentono il proprio monitoraggio in tempo reale per garantire un ottimo stato di conservazione.
Questi progressi hanno fatto in modo che ogni prodotto, pacchetto, pallet o ubicazione di stoccaggio possieda un’unica identificazione e che inoltre, le etichette includano informazioni dettagliate come la data di produzione e di scadenza, il lotto, il numero di serie, la composizione, le istruzioni di movimentazione, il peso o le dimensioni. Monitorando i movimenti, risulta anche più semplice ottimizzare i percorsi, agire davanti agli imprevisti e diminuire i ritardi.

Il linguaggio della logistica
Un software di gestione magazzino (WMS) è fondamentale per sfruttare al massimo il potenziale delle etichette, ottenere un controllo totale del magazzino e semplificare le supply chain interconnesse. Oltre a favorire la tracciabilità dei prodotti tramite l’utilizzo di terminali a radiofrequenza, un software come Easy WMS di Mecalux genera e automatizza la stampa delle etichette nel magazzino qualcosa di vitale importanza nella logistica in uscita e, specialmente, nell’e-commerce.
Oltre al reparto, le etichette sono essenziali nei magazzini automatici, dato che fanno in modo che sistemi come i trasloelevatori o i robot mobili autonomi interpretano ed elaborano le informazioni dei prodotti e navigano attraverso diverse ubicazioni. Ad esempio, codici a barre ubicati su binari elettrificati contribuiscono a fare in modo che le elettrovie conoscano la loro posizione con grande precisione. Così si riesce ad automatizzare completamente il magazzino, massimizzando lo spazio disponibile e raggiungendo un’efficienza totale.
Nonostante l’identificazione di oggetti con disegni è antica quasi quanto la civilizzazione e le etichette affondano le loro radici nell’Antico Egitto, il loro futuro si dirige verso sistemi sempre più intelligenti, connessi e sostenibili, in cui le etichette di nuovo generazione si trasformeranno in nodi di informazione della rete logistica globale.